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  • Categoria Fotografia & mostre
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    3. Salute e benessere
    5. Uguaglianza di genere
    10. Ridurre le disuguaglianze

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Emiliano Bartolucci

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Il Progetto

PREMESSA

Raccontare una storia di sport e rinascita attraverso i ritratti degli appassionati, dei sostenitori di una squadra, che, con i loro occhi, diventano sempre più testimoni diretti della crescita sportiva di una nuova società, di un progetto coraggioso e nato dopo le stagioni drammatiche del Covid. Noi siamo è un lavoro fotografico dedicato allo sport, ai suoi ideali, alla tenacia dei suoi protagonisti, ma soprattutto dei tifosi, i quali ogni domenica, sognano di stare tra i grandi della pallacanestro affianco alle compagini della loro città.

INTEGRAZIONE ED INCLUSIONE 

Dice David Hollander (docente presso la New York University), che il basket apre mondi chiusi; offre rifugio all’outsider ed al diverso; attrae nello stesso modo l’urbano e il rurale. Ha trasmesso e continua a trasmettere un contributo efficace e influente nei più importanti dibattiti sociali sul razzismo, l’accessibilità, il genere, l’immigrazione, la cultura e il mercato. Il ruolo di questo lavoro fotografico è quello di cercare di far emergere le personalità di ogni appassionato, attraverso i ritratti, i quali, riuniti sotto una sola bandiera, possano rappresentare la multiculturalità e la multietnicità che contraddistingue la nostra città, includendo e non emarginando ed attraverso il ruolo fondamentale della pallacanestro, vorremmo, con la fotografia condivisa e collettiva, avvicinare ulteriormente a questa nuova generazione di appassionati, un’altrettanta nuova onda di giovani di qualsiasi etnia, cultura e religione.

NOI SIAMO 

E’ una esposizione che sarà allestita nel mese di maggio, quando le squadre di pallacanestro della nostra città saranno coinvolte nel loro sforzo maggiore: Playoff e Playout. Questo lavoro omaggerà le tifoserie e la pallacanestro romana, attraverso, prevalentemente, i ritratti dei sostenitori. L'esposizione collettiva è realizzata dagli insegnanti e dagli studenti di fotografia di School of Rock. Il numero di foto previste per l'esposizione è di circa 30 stampe, dimensioni 40x60 cm.

IL WORKSHOP 

L’idea di questo workshop all’interno delle scuole, nasce dal desiderio di voler integrare nel quotidiano una passione sana e costruttiva che solo lo sport può avere e trasmettere. Lo sport non è solo sponsor e competizione, bensì è aggregazione, passione e speranza; in una società moderna dove talvolta questi sentimenti sono soffocati e schiacciati da simboli di potere e demagogia, quale migliore occasione quella di questo workshop interattivo all’interno di istituti scolastici, per provare a riproporre queste verità genuine? La proposta vuole simulare uno scenario di tifoseria, tifoseria colorata, dipinta sui volti e sugli abiti dei ragazzi, come forma artistica di aggregazione sportiva. Gli stessi ragazzi, oltre a partecipare come modelli, potranno prendere parte alla lezione didattica per imparare a fotografare, in uno scenario interamente dedicato al ritratto, realizzato dal nostro staff di professionisti. Il tutto sarà fermato da scatti fotografici che verranno proposti e promossi nelle prossime iniziative espositive, per continuare a diffondere il mestiere sano dello sport e degli sportivi ed il ruolo fondamentale di aggregazione condotto da tifoserie ed associazioni sportive dilettantistiche.

IL READING TEATRALE

Il Reading è la vera essenza della parola, musicalità della parola. Il contenuto rivive le emozioni di chi l’ha scritta, parola esasperata, interpretata, vissuta da chi la legge, riportata a vita, parola animata, fatta resuscitare. Il reading è la vera forza dell’essenza del teatro, della canzone in qualsiasi forma essa si possa esprimere. Il reading si sposa benissimo con la pallacanestro, perché la pallacanestro è oggetto d’ispirazione in vari settori della letteratura. Il nostro viaggio ripercorre la storia della Virtus Roma, ma incontra personaggi e scritture cestistiche anche oltre oceano. Affronta con David Hollander l’aspetto socio culturale del gioco e con Flavio Tranquillo, quello più controverso, economico e dirigenziale, che spesso culmina nei fallimenti di realtà come quella romana. In mezzo alle storie degli autori, diversi ritratti di giganti del basket capitolino, scritti e raccontati per rivivere insieme la grande storia di quella Virtus.

CONCETTO DI SQUADRA E FINALITA’ DEL PROGETTO 

Dice il grande coach Valerio Bianchini: Guardate la vostra mano: è un capolavoro della natura. Guardate le dita, ciascun dito è diverso dagli altri, perché ciascuno ha una sua funzione specifica da svolgere, proprio come i cinque giocatori in campo. Il pollice tozzo è così diverso dall’indice invece sembra dare la direzione all’intero corpo e anche allo spirito che lo anima. Il medio è come un coach che coordina il lavoro di tutti e cinque. L’anulare e il mignolo sembrano i pivelli della squadra così esili e indifesi. Un dito da solo può fare ben poco, a parte qualche gesto sconveniente e per prendere un oggetto ci vogliono almeno due dita. Tutte le cinque dita sono macchine perfette ma appaiono alla vista così fragili se isolate. Ora pensate a cosa succede quando le cinque dita si chiudono in un pugno. Quel pugno formato da esili dita sa esprimere dei fortissimi sentimenti in un pugile: la rabbia, la ferocia, la determinazione, il coraggio. Se poi a quel pugno aggiungiamo la tecnica per colpire i punti sensibili dell’avversario, ecco che quelle dita che formano insieme l’arma micidiale del pugno, acquistano una potenza che da sole non possono nemmeno immaginare”. Anche la fotografia, che rimane un’attività individuale, può realizzarsi in gruppo per raggiungere una comune finalità. Nel caso di questo progetto espositivo, gli obiettivi sono molteplici: 1) Mettere in risalto l’importanza storica e sociale della Virtus Roma nel panorama sportivo capitolino. 2) Promuovere la pallacanestro locale e riconoscere il lavoro sociale ed istruttivo che svolge. 3) Valorizzare le tifoserie, includendo i loro ritratti in un collage ben individuabile e coinvolgendole in un programma multiculturale e multietnico. 4) Mettere alla prova i ragazzi del corso di fotografia.

LA FOTOGRAFIA E IL BASKET 

Il grande fotografo Ansel Adams ha scritto che una fotografia altro non è che una: “sfolgorante poesia del vero”. Il basket e le sue azioni si comportano in maniera altrettanto emozionante, coinvolgono a livello spettacolare, soprattutto restituiscono attimi irripetibili di romanticismo. Le similitudini tra le due discipline sono molteplici: basket e fotografia sono attività nate nello stesso secolo, tra il 1839 ed il 1891, entrambe piuttosto recenti, ma legate profondamente alle proprie tradizioni. Entrambe si affidano a tecnologia, matematica e tempi. Basket e fotografia guardano al progresso, non stravolgono le loro regole, ma le forzano per migliorare il presente ed il futuro di chi le pratica. Entrambe in espansione nell’era post industriale, si adeguano al gusto del proprio pubblico per rendere più spettacolare il prodotto finale. Tra il pubblico, invece, la fotografia propone quanto di più eterogeneo si possa trovare in natura: un muro di gente d’ogni età, pugni protesi verso il cielo, meraviglia, gioia e un candore genuino, vero, senza edulcorazioni e filtri di sorta. Come in uno specchio, tutta la bellezza del basket potrebbe essere riflessa dai gesti e dai volti di un pubblico che è così vicino al cuore del gioco da esserne parte integrante. Se tra mille anni la storia avesse posto nell’oblio della pallacanestro e qualcuno riscoprisse l’idea di queste fotografie, in un lampo potrebbe cogliere il significato e l’estetica del gioco più bello e appassionante che sia mai stato inventato. La condivisione di un trasporto o di una passione collettiva, è un momento di grande bellezza ma fragile e raro. Noi speriamo di aver colto nel segno, proponendo questa esposizione artistica. 

L’ARTE E IL BASKET 

Che lo sport sia una delle fonti di ispirazione di molti artisti è risaputo. Trionfi, vittorie, collaborazioni, ma anche sfide, istinti brutali, cadute: gli stimoli che uno sport come il basket suscita, solletica l’estro artistico sempre a caccia di emozioni forti e immagini incisive. L’arte contemporanea ha fatto spesso man bassa dell’iconografia legata allo sport e il basket sembra essere quello che maggiormente stimola la creatività degli artisti, per più di una ragione. Dalla sua invenzione alla fine del ‘800 come attività ricreativa per ragazzini turbolenti all’industria miliardaria di oggi, il basket è diventato una forma espressiva e il soggetto di molte opere d’arte. Passando dalla street art fino alla fotografia d’autore, il basket viene rappresentato nei suoi estremi, spesso raffigurato in modo immaginario, visionario, iconografico. In ogni metropoli ed in tutti i continenti sono presenti murales dedicati alle star della pallacanestro, così come molti playgrounds, i famosi campi all’aperto, sono spesso disegnati e colorati dai migliori writers in circolazione. Abbiamo scelto, dunque, di integrare al nostro lavoro fotografico, dei lavori pittorici realizzati da un’artista sensibile alla nostra tematica e con la quale sviluppiamo le opere, facendole interagire perfettamente con le immagini proposte. Un’asse in perfetta armonia, con immagini reali dell’attuale tifoseria e le pitture immaginarie della tifoseria futura, della città futura del nostro sport preferito. Un connubio necessario a sviluppare un dialogo importante tra chi il basket lo pratica, chi lo segue con passione e le amministrazioni locali, le quali hanno il compito, insieme alle società, di farlo crescere e radicare nei territori, nelle scuole, nei centri sportivi. 

IL PROMOTORE DEL PROGETTO 
EMILIANO BARTOLUCCI 

Sono nato a Roma nel 1976. Dal 2007 ho realizzato diverse mostre nelle città di Milano, Reykjaivík, Roma e Torino. Mi sono perfezionato frequentando un Master avanzato, Storia sociale dell’immagine, Ritratto e Lightroom al Centro Sperimentale di Fotografia ADAMS. Ho lavorato con e per alcuni artisti islandesi, tra i quali Thora Einars (pittrice), Guðbjörg Magnús (scultrice), Olafur Arnalds (musicista) e Johann Smari Karlsson (fotografo). Nel 2017 sono stato selezionato per il concorso fotografico “Il Mostro” curato da Luciano Corvaglia; sempre dal 2017 sono stato fotografo ed insegnante di fotografia presso il Teatro Portaportese, con il quale tutt'ora collaboro. Nel 2020 ho lavorato ad un progetto collettivo sociale dedicato a madri single; nello stesso anno ho insegnato per l’Associazione Amici di via dei Sabelli in un corso integrato di educazione all’immagine per ragazzi. L'anno successivo ho realizzato laboratori di ritratto creativo ed esposizioni tematiche a sfondo sociale. A Marzo 2022 ho partecipato ad un progetto espositivo dedicato alla figura di Pier Paolo Pasolini. Nello stesso periodo ho ripreso l'attività che amo di più, la fotografia musicale e dal mese di settembre ho iniziato la masterclass School of Rock, con l'obiettivo di formare fotografi che possano inserirsi nel mondo del live reportage. Nel 2023 ho realizzato un progetto espositivo di arte digitale dedicato alla figura di Jimi Hendrix. L'iniziativa, ideata per celebrare l'ottantesimo anniversario della nascita del compianto musicista, è stata inaugurata per il concerto del fratello di Jimi, Leon Hendrix.

GLI ARTISTI

EMILIANO BARTOLUCCI 
Fotografo ed insegnate di School of Rock 

ERICA APPIANI 

Pittrice Classe 1979, sono un’artista ligure di un piccolo paesino in provincia di La Spezia (Castelnuovo Magra); lo studio in decorazione all’accademia delle belle arti di Carrara, lo spiccato interesse per il figurato e il conseguente profilo professionale nel settore del restauro, mi permette di approcciarmi a materiali inusuali; ruggine e imperfezioni segniche sono i veri protagonisti delle mie opere, opere che nel corso degli anni si sono affacciate ad un pubblico internazionale di diverse culture, come la Francia, l’Inghilterra e la Spagna, riuscendo così ad ampliare e mostrare il mio repertorio artistico sperimentale e innovativo. Dopo il diploma artistico e la laurea in decorazione conseguita nell'anno 2004, mi sono approcciata al mondo del restauro ligneo, settore che mi ha ampiamente aiutata nel mio percorso artistico, affinando la ricerca di arte ottenuta da materiali di recupero. Il ferro e la sua decomposizione, il legno di cantiere con sui segni del vissuto, cartone e tutto ciò l'uomo rifiuta e la natura accoglie donando una sua nuova identità, sono motivo di ispirazione per le opere che in genere realizzo. 

VESNA VICHI 

Fotografa Sono nata a Roma nel 1979 e sono titolare di una sartoria creativa nel quartiere di Monteverde. Negli anni ho sviluppato passione ed interesse per la fotografia, prevalentemente ritrattistica ed ho collaborato con artisti e fotografi della mia città, realizzando numerose sessioni e partecipando attivamente ad eventi legati al mondo artistico ed esposizioni fotografiche tematiche, dando il mio contributo per progetti con importanti contenuti sociali. 

ANDREA SCARAMUZZA 

Attore Nato a Roma nel 1980, attore teatrale, amante spasmodico di cantautori, libri, poesie e sport, ogni sport che preveda una palla mi attrae ed ha una storia da raccontare. 

FABIO ZAMBARDI

Datore e disegnatore luci Sono nato a Milano nel 1955. Ho conseguito il diploma presso il Liceo Artistico Leonardo da Vinci di Roma. Ho lavorato e lavoro tutt’ora in teatro. Tra le esperienze professionali più importanti, menziono quelle con registi come Franca Valeri, Mario Ferrero, Christof Zanussi, Lina Wertmuller, Giorgio Albertazzi, Tito Schipa Jr. Sono stato datore e disegnatore luci per eventi musicali in tour con artisti quali: P.F.M, Ivan Graziani, Amedeo Minghi, Banco del Mutuo Soccorso. Ho collaborato con società televisive per programmi delle emittenti Rai 1, Rai 3, Telemontecarlo e Canale 5 e con Società di produzioni televisive come Etabeta, Ipgram, Telesia, Videa e Vides. Ho lavorato nel settore alta moda, per eventi, come i mondiali di nuoto 2009 e per iniziative della kermesse Estate Romana. 

FILOMENA BRIGANTI 

Allieva di School of Rock Sono nata nel Luglio del 1986, laureata in Management e diritto d'impresa con tesi sulla Honda Italia. Lavoro come impiegata e sono abilitata a Consulente del lavoro. Sono appassionata di fotografia, disegno (in particolare fumetti) e suono la batteria. *Contribuiranno a realizzare le immagini per le esposizione tutti gli allievi della classe 2023-2024.

LA COLONNA SONORA 

Dici basket e musica e pensi immediatamente a due cose: i video degli highlights, nei quali il legame tra le azioni di gioco ed una colonna sonora adeguata è fortissimo, e l’hip-hop, generale musicale ma soprattutto cultura che ormai è entrata in tutto e per tutto nel mondo NBA. E spesso, difatti, la musica che accompagna schiacciate, passaggi, stoppate e quant’altro, è proprio quella hip-hop. Se il binomio tra basket e musica è esploso, negli anni ’90, lo si deve proprio all’entrata in scena della cultura di strada, anche se non mancano le eccezioni, il richiamo di stili musicali diversi e l’evolversi di culture musicali, le quali incontrano il basket grazie ai loro testi o alle loro armonie. Musica e pallacanestro sono un connubio che va avanti da decenni ormai, con i ritmi incalzanti che battono all’unisono il pallone sul parquet ed il ritmo dei dischi che seguono lo stridere delle scarpe sul pavimento. La musica è per i giocatori come una bibita energetica, che sanno gli permetterà di dare il massimo in campo. “SHOES”, è il brano dei Mardi Gras, che insieme alla band abbiamo scelto per esprimere il concetto di squadra sul campo e nella vita, così come sulle tribune di un centro sportivo. La band lo descrive così: “Portiamo tutti scarpe diverse, ma camminiamo, balliamo e facciamo sport tutti sullo stesso suolo. Questo è evidente per esempio nel basket. Ognuno ne indossa di colore e modello differente. Queste differenze ci contraddistinguono e portando tutto in un quadro più grande, ci fanno le persone che siamo. Importante è rispettare queste peculiarità. Tanto più nello sport quando si affronta una squadra rivale”. https://open.spotify.com/intl-it/track/5Q9o8AW61XcBJ5TNposaBS?si=046a3c37dbfb4bea 

LA BAND

MARDI GRAS 
I Mardi Gras vengono da Roma. Il nome del gruppo deriva dall'ultimo album in studio dei Creedence Clearwater Revival, oltre ad essere il Carnevale di New Orleans, un caleidoscopio di musica, colori ed energia. Italiani ma da sempre con l’orecchio e il cuore rivolti verso i songwriters americani, irlandesi ed inglesi, i Mardi Gras hanno la voglia di raccontare storie, sentimenti e movimenti dell’anima. Una volontà di ricerca sonora con nuove sfide da affrontare, un percorso che negli anni li ha fatti evolvere da gruppo acustico ad una vera e propria rock band. https://www.mardigrasmusic.it/

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    Questo progetto ha segnalato obiettivi di sviluppo sostenibile

    Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

    3. Salute e benessere

    Buona salute: garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.

    5. Uguaglianza di genere

    Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.

    10. Ridurre le disuguaglianze

    Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;

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